ULSS 10 e morbo di Alzheimer

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Fonte
Dr. Sebastiano D'Anna, Direttore dell'UOC Neurologia dell'Ospedale di Portogruaro
Abstract

21 settembre: Giornata Mondiale Alzheimer. Numerosi eventi per sensibilizzare la popolazione su una patologia sempre più presente. Attivo nell'ULSS 10 un ambulatorio sull'invecchiamento cerebrale: presentati i dati di attività. Quali sono le prospettive per il futuro.

Il prossimo 21 settembre ricorre la 17a Giornata Mondiale Alzheimer, avente come slogan "It's time for action!", lanciato da Alzheimer's Disease International. Anche quest'anno saranno organizzati numerosi eventi atti a sensibilizzare la popolazione in merito a questa patologia sempre più presente nelle nostre famiglie.

Il progressivo e costante processo di invecchiamento che sta investendo la popolazione di gran parte dei Paesi a sviluppo avanzato costituisce uno dei principali fattori responsabili del notevole incremento del numero di soggetti affetti dal morbo di Alzheimer negli ultimi anni.

La malattia di Alzheimer rappresenta la più diffusa forma di demenza a livello globale; si manifesta con maggiore frequenza negli over 65, prevalentemente di sesso femminile, con una durata media stimata in 10-12 anni e una condizione clinica variabile nel tempo, caratterizzata dal graduale deterioramento delle funzioni cognitive (in particolare della memoria).

La malattia (o morbo) di Alzheimer è oggi definita come quel "processo degenerativo che distrugge progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l'individuo che ne è affetto incapace di una vita normale". In Italia ne soffrono circa 800.000 persone, nel mondo 26,6 milioni secondo uno studio della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, USA, con una netta prevalenza di donne.

L'ULSS 10 deve preoccuparsi della salute psico-fisica di circa 215.000 persone, delle quali 43.136 hanno superato i 65 anni di età (dati aggiornati al 31.12.2009). L'epidemiologia ci fornisce una stima validata di prevalenza di demenza senile, nelle sue molteplici categorie, di circa 1.200 persone, colpite da deficit e deterioramento intellettivo e comportamentale. L'incidenza è calcolata sulla base di circa 180-200 casi nuovi ogni anno. Dal 1994 è infatti attivo l'ambulatorio per il decadimento cognitivo-centro per la memoria CDC/UVA.

Nell'ambulatorio dell'ULSS 10, negli anno dal 2006 al 2009, sono state effettuate le seguenti prime visite con arruolamento: 64 nel 2006, 89 nel 2007, 104 nel 2008, 104 nel 2009. I controlli sono stati 456 nel 2006, 527 nel 2007, 616 nel 2008, 620 nel 2009.

La diagnosi si basa su indagini di routine:

  • emocromo, per esempio per vedere se c'è macrocitosi e quindi un deficit della vitamina B12 o dei folati (questo non è sempre vero negli anziani che possono avere deficit vitaminico senza macrocitosi);
  • azotemia, glicemia, elettrolitemia, calcemia e fosforemia;
  • test funzionalità epatica e tiroidea;
  • VDRL o HIV in casi specifici;
  • elettrocardiogramma;
  • radiografia del torace (in soggetti che hanno una storia di insufficienza respiratoria);
  • TAC per escludere cause potenzialmente trattabili come l'idrocefalo normoteso o i tumori cerebrali;
  • puntura lombare, importante nelle forme di encefalopatia di Creutzfeldt-Jacob, che rappresenta una forma di demenza molto particolare con andamento tumultuoso nel senso che il soggetto arriva a un quadro di demenza severa nel giro di pochi mesi e in questi casi il liquor può essere estremamente informativo perché si va a dosare la proteina prionica;
  • elettroencefalogramma: nelle forme di Creutzfeldt-Jacob è estremamente informativo perché presenta dei complessi periodici particolari;
  • test neuropsicologici.

I dati demografici degli ultimi anni mostrano che nell'arco dell'ultimo ventennio nella Regione Veneto la speranza di vita è aumentata di circa 5 anni e che pertanto le problematiche sanitarie, sociali, assistenziali connesse con questa patologia sono destinate progressivamente ad aumentare nei prossimi anni.

I dati raccolti dal CNR nello studio progetto finalizzato invecchiamento dimostrano che il Veneto non si discosta sensibilmente dai dati nazionali. E' possibile calcolare che globalmente nel Veneto esistono al momento attuale circa 45-50.000 paziendi affetti da sindrome demenziale clinicamente diagnosticabile e di varia gravità, di cui circa il 50% riferibile a malattia di Alzheimer e per il resto a forme secondarie, Circa 15.000 pazienti presentano gravi o gravissimi problemi neuro-comportamentali, come depressione, deliri, allucinazioni o agitazione psico-motoria che costituiscono la causa principale di rischio di grave stress familiare.

Di fronte al mutare dello scenario complessivo dell'assistenza nel nostro Paese che tende a riportare nella famiglia la cura del malato cronico, attribuendone un sistema di oneri e responsabilità prima a carico della collettività, è necessario che questa sia posta in grado di uscire dall'isolamento comunicativo in cui il malato la costringe e possa essere integrata in una strategia terapeutica globale adeguata alla complessità della malattia nella varietà del suo decorso, basata su un modello di intervento coordinato che tenga conto, dopo l'identificazione precoce con accertamenti clinici e strumentali, della componente specialistica, riabilitativa e assistenziale (domiciliare e residenziale).

La nostra UOC di Neurologia ha in progetto per il prossimo futuro di attivare un programma riabilitativo dedicato ai pazienti affetti da demenza in fase iniziale, in quanto è nostra convinzione che l'attivazione costante mediante esercizi mirati possa agire sulla neuroplasticità del cervello migliorando le performance.